L'UOMO E IL LAVORO
Il mio primo incontro con gli spazi della fabbrica di Pietro Prosino a Grignasco nasce con una vista dall’alto. Una bellezza estetica celata dall’apparente durezza del lavoro, del rumore assordante, del caldo sprigionato dalle macchine. Provo subito a rovesciarne la prospettiva e immagino quello spazio come una volta stellata. Avvicinandomi, appaiono e scompaiono con una ritmicità simile a una partitura musicale, le donne e gli uomini che ogni giorno ci lavorano con dedizione e
l’attenzione massima che la catena produttiva richiede. Come strumenti d’orchestra, ognuno con una sua parte, ognuno indispensabile al risultato finale, anch’egli parte di un oggetto più grande.
Ognuno dei protagonisti ha un movimento plastico e ordinato; si muove sapiente fino a eclissarsi tra le forme imponenti con cui dialoga durante la sua giornata lavorativa.
Mi aggiro con la mia fotocamera tra gli spazi, unendomi a loro, scoprendone la devozione e la fierezza silenziosa, annientata dal fragore delle loro apparecchiature. Enormi tubi di metallo diventano sottili anelli colorati di pochi grammi e di una precisione assoluta. La giornata finisce e i pianeti di quel cielo s’allontanano per guadagnare il meritato riposo. Sono impaziente di capire se la mia fotocamera abbia in qualche modo potuto cogliere l’essenza di quelle persone, di quelle forme, di quei rumori.
Scelgo di rappresentarla in tre distinti momenti. L’intimità del bianco e nero mi permette di avvicinarmi al senso vero di quell’eclissi. Provo a cercare di capire quali tra quelle immagini rendano il senso dell’immaginazione. Cosa s’interporrà tra il sole e la luna? Cosa guarderannole persone che lavorano? A cosa penseranno? Provo a definirla con una parola, che associo liberamente a ognuno di questi scatti. Il colore mi regala la bellezza delle forme che, epurate dell’asprezza apparente, giocano con i colori e con gli spazi. Il suono mi è necessario per definire la scansione severa del progetto di vita che ognuno dei protagonisti aveva scelto per sé.
Desidero ringraziare Pietro Prosino e Marcello Valli per il sostegno prestato alla mia idea. Tutte le persone della fabbrica che hanno reso possibile questo progetto. Infine, un grazie ad Arduino Vettorello per la gentile concessione del luogo della mostra e per la squisita disponibilità. (cf)
Ho stampato le immagini con Canon Pro 1 su carta Canson Baryta 310 gr. per il bianconero e su carta cotone Museo Max 250 gr. per il colore. Sono state montate su supporto dibond da Roberto Caielli, che ringrazio per il lavoro e per i preziosi insegnamenti sulla stampa digitale. Grazie anche a Loredana Müller e Aldo Ambrosini per i preziosi consigli.
17 e 18 Novembre 2018
Centrale idroelettrica Sipea di Arduino Vettorello
Grignasco (Novara)