Pamela Villoresi | attrice
Raffaele Casarano | sax soprano e contralto
Claudio Farinone | chitarra classica e baritona
Regia di Claudio Laiso
Gli inguini sono la forza dell’anima, tacita, oscura,
un germoglio di foglie da cui esce il seme del vivere.
Gli inguini sono tormento,
sono poesia e paranoia,
delirio di uomini.
Perdersi nella giungla dei sensi, asfaltare l’anima di veleno,
ma dagli inguini può germogliare Dio e Sant’Agostino e Abelardo,
allora il miscuglio delle nostre voci scenderà fino alle nostre carni
a strapparci il gemito oscuro delle nascite ultraterrestri.
La figura dolorosa e l’opera vastissima di Alda Merini, tra le poche voci poetiche del secondo Novecento ad ottenere rapidamente la notorietà mediatica, pongono due principali problemi. Innanzitutto, come suggeriva Maria Corti, che della Merini è stata a lungo nume tutelare e provvidenziale argine insieme a Vanni Scheiwiller e a Giorgio Manganelli, è necessario non confondere il lavoro poetico con la malattia mentale, né trasformare quest’ultima in una condizione eroica e di per sé «poetica». Risulta indispensabile capire in che modo l’autrice sia riuscita, partendo da una condizione esistenziale terribile, a trasformare il dato di realtà in risultato espressivo. Fondamentale è osservare la sovrapposizione, caparbiamente perseguita da Alda Merini sin dalle prove giovanili ma risultata davvero essenziale soprattutto dopo la lunga esperienza di internamento, tra vicenda biografica e linguaggio mitico e religioso, da cui trarrà origine la metamorfosi del «manicomio» in «terra santa». In secondo luogo, si tratta di estrarre dalla produzione fluviale che ha caratterizzato l’ultima, incontrollata fase della vita di Alda Merini, i titoli davvero importanti e meritevoli, che ruotano attorno alla grande raccolta poetica La Terra santa e alle prose raccolte nel Diario di una diversa, la parte migliore e lancinante di un’opera che rischia altrimenti di rimanere vittima dell’eccesso.
Alda Merini (Milano 1931- 2009), sui quindici anni comincia a scrivere e entra precocemente in contatto con il mondo letterario; Giacinto Spagnoletti, la pubblicherà nel 1950, in un’antologia; tre anni più tardi apparirà il primo volumetto di versi, La presenza di Orfeo, seguito ancora da tre titoli giovanili, a cui succederà un ventennio di silenzio e internamenti manicomiali. A partire dal 1965 Alda Merini viene infatti internata nell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Affori; dove rimarrà, con brevi interruzioni, fino al 1979, anno in cui ricomincia a scrivere e a trasformare la sua lunga esperienza dell’orrore nella sua opera più alta, La Terra Santa, cui seguirà una vastissima produzione in poesia e in prosa.
Alda Merini ispira i musicisti Claudio Farinone e Raffaele Casarano a un approfondito sguardo verso il mondo femminile, considerando musiche composte da diversi personaggi iconici del Novecento e individuano i loro punti in comune per affinità e sensibilità con la poetica della Merini.
Le particolari ambientazioni timbriche che il duo è in grado
di creare attraverso i fascinosi mondi sonori che sono in grado di evocare dialogano con grande efficacia con il mondo poetico della protagonista e con la recitazione. La ricca tavolozza timbrica che sono in grado di offrire anche attraverso la varietà degli strumenti impiegati rende questo progetto unico nel suo genere, empatico e coinvolgente.
Pamela Villoresi, attrice e regista, è nata a Prato da padre toscano e madre tedesca. Recita in 5 lingue: italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo. Diciottenne, approda al Piccolo di Milano da Giorgio Strehler, suo padre teatrale. Ha recitato in più di 70 spettacoli al fianco dei più grandi attori italiani, in 40 film (La grande bellezza - Premio Oscar 2014), in 14 sceneggiati televisivi (Don Matteo). Ha condotto programmi televisivi, è stata docente e nei CdA di varie Accademie nazionali, ha diretto 5 Festival: “Ville Tuscolane”, “Festival dei Mondi”, “Arie di Mare”, “Divinamente Roma” e “Divinamente New York”. Insignita di numerosi premi prestigiosi, tra cui la Medaglia d’Oro del Vaticano tra i cento artisti del mondo che favoriscono il
dialogo spirituale. Dall’aprile del 2019 dirige il Teatro Biondo di Palermo.
Raffaele Casarano è considerato tra i più talentuosi e noti interpreti della New Jazz Generation italiana, fiore all’occhiello della creativa fucina della Tùk Music diretta da Paolo Fresu.
Si avvicina allo studio del sassofono all’età di sette anni. Si diploma nel 2004 presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce e approfondisce lo strumento grazie alle master class con Dave Liebman, Emiliano Rodriguez e Maurizio Giammarco. È direttore artistico, e ideatore insieme all’associazione MusicAltra, del Locomotive Jazz Festival (che si svolge nel mese di luglio nel suo paese natale: Sogliano Cavour (Le).
Il debutto discografico che porta il suo nome arriva nel 2005, si intitola Legend e vede la partecipazione dell’intera Orchestra Sinfonica Tito Schipa del Conservatorio di Lecce e di Paolo Fresu ospite alla tromba. L'intesa tra i due è destinata a durare. Nel 2010 Paolo Fresu produce Argento per la propria etichetta, la Tùk Music, e Raffaele Casarano diventa così il primo artista escludendo lo stesso Fresu ad essere prodotto dalla label. Con lo spettacolo teatrale Food Sound System di Donpasta, per cui cura le musiche, ha la possibilità di partire in tour in Africa. Un viaggio che allarga lo spettro delle influenze musicali a cui fa seguito un secondo breve tour in Mozambico e Zimbabwe. Nel frattempo, dopo il successo di Noè (settembre 2013), è arrivato il momento di Medina, il quarto album uscito nell'ottobre 2015 ancora prodotto dalla Tùk Music.
L’ultima sua creatura è il progetto Jazz Bistrot, singolare connubio che unisce jazz, musica sinfonica e musica elettronica; una sorta di ritorno alle origini se pensiamo che incontra di nuovo l’Orchestra Sinfonica Tito Schipa di Lecce, già nel disco di debutto, e in cui sperimenta l’incontro con Erik Honoré a cui ha affidato la parte elettronica e il live sampling.
Tra le sue collaborazioni, oltre quella già citata con Paolo Fresu, troviamo: Buena Vista Social Club, Javier Girotto, Lincoln Goines, Mark Soskin, Gianluca Petrella, Ensemble Notte Della Taranta, Negramaro, Moni Ovadia, Marian Serban, Après La Classe, Donpasta, Eugenio Finardi, Paola Turci, Manu Katché, Erik Honoré.
Claudio Farinone, milanese, classe 1967, si diploma in chitarra al Conservatorio di Bologna sotto la guida di Maurizio Colonna, tra le maggiori figure del concertismo classico internazionale. Dopo avere frequentato numerose masterclass, seminari di interpretazione e composizione, e ottenuto premi a concorsi internazionali, inizia un’attività concertistica rivolta soprattutto alla musica da camera, suonando con diverse formazioni tra cui: Tanguediaduo, Torres Quartet e Aries 4. Inoltre, tiene concerti in solo, suonando chitarre classiche, flamenche e baritone, che caratterizzano il suo linguaggio, posto a metà tra interpretazioni e percorsi improvvisativi. Nel 2013 esce il CD “Claudio Farinone plays Ralph Towner”, dedicato al celebre chitarrista e compositore americano, accolto entusiasticamente da pubblico e critica. Nello stesso anno inizia nuovi percorsi, aprendo progetti e collaborazioni con alcuni tra i massimi esponenti del jazz, e della world music in Italia. Tra questi: Fausto Beccalossi, Raffaele Casarano, Elias Nardi, Bebo Ferra, Javier Girotto, Max Pizio, Edmondo Romano e altri. Crea, con l’attore David Riondino, spettacoli e trasmissioni radiofoniche su diverse tematiche. Con l’attore toscano pubblica il CD, "Il bolero come terapia", frutto di un insolito e sorprendente percorso sui temi del bolero cubano. Nel 2017 esce un nuovo CD del progetto Aktè, ispirato ai luoghi del Mediterraneo, registrato negli studi della Radio Svizzera. Nello stesso anno, condivide il palco con Ralph Towner per la chiusura della mostra di Lawrence Carroll al Museo Vela di Ligornetto, eseguendo con lui alcuni duetti. Nel 2019 debutta “Todomercedes”, progetto in duo con Raffaele Casarano, dedicato alla figura di Mercedes Sosa. Nel 2020 inizia una nuova collaborazione con l'attrice e cantante Clara Galante, con una coppia di spettacoli di teatro e musica dedicati alla scrittrice Irene Brin e alle canzoni della mala. Nel 2022 porta in scena uno spettacolo dedicato alla poetessa milanese Alda Merini assieme all'attrice Pamela Villoresi e a Raffaele Casarano. Nel 2023 debutta con “D’altro canto” uno spettacolo di narrazione e musica con Raffaele Casarano e il giornalista, scrittore e presentatore radiotelevisivo Massimo Cotto. Nel 2024 esce “Playing love”, CD dedicato alla musica di Ennio Morricone con Fausto Beccalossi e le note di copertina di Alessandro De Rosa, con i quali porta in scena da alcuni anni lo spettacolo “Inseguendo quel suono”, dedicato al maestro romano, presentato in tour in Sudafrica nel 2022. Parallelamente alla carriera di musicista, dopo un ventennio di insegnamento chitarristico, approda nel 2005 alla Rete 2, canale culturale della Radio Svizzera italiana, dove conduce programmi musicali e realizza approfondimenti con svariati protagonisti della musica e della cultura contemporanea.